Come una chioccia con i suoi pulcini

È certamente inattesa la figura femminile che questa volta estraiamo dalle pagine del Vangelo di Luca. Prima, però, ricostruiamo la cornice entro cui le parole di Cristo sono collocate. Egli, come fanno tutti i pellegrini in Terra Santa, è forse sul monte degli Ulivi e contempla la città santa e sulle sue labbra sboccia una sorta di lamento amaro che è ripreso anche da Matteo (23,37-39): «Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le sue ali, e voi non avete voluto!» (13,34).

Più avanti, quando il suo viaggio verso Gerusalemme sarà compiuto e sarà «in vista della città, Gesù pianse su di essa», presentendo il destino di distruzione che l’evangelista descrive poi con la sua esperienza dell’assedio e della rovina della città santa nel 70 d.C. sotto le armate romane di Tito (19,41-44). Noi ora sentiamo nella voce di Cristo il fremito di amore e di dolore per la fine di quello che è quasi il cuore spirituale di ogni ebreo, marcato allora dalla presenza del tempio di Sion.

Ma ritorniamo alla curiosa immagine femminile di taglio materno che Gesù applica a sé stesso. Sappiamo che egli, come ogni persona che appartiene al mondo contadino, ama gli animali: parla, infatti, di pesci, di pecore, di capre, di uccelli vari, di cani, di scorpioni, di asini, di volpi, di serpenti, di porci e così via. Tra costoro c’è anche il gallo ammonitore di Pietro e ora la gallina, ma nella sua funzione “materna” (a margine ricordiamo che questi due animali sono assenti nell’Antico Testamento).

La scenetta è piuttosto tenera ed è ancor oggi di facile incontro all’interno di un pollaio: una chioccia, in greco órnis, evocata nel Nuovo Testamento solo in questo caso, allarga le sue ali e protegge i suoi pulcini che accorrono verso il suo calore che dà sicurezza. Letteralmente Luca non usa come Matteo il vocabolo greco nossíon, il piccolo di un uccello, il pulcino, bensì nossiá, la “covata”. I gallinacei nella Palestina di allora venivano allevati sia per le loro uova considerate commestibili, come ricorda lo stesso Gesù (Luca 11,12) e per la carne, ma anche per una fruizione specifica, fungendo quasi da orologio: la terza delle quattro veglie notturne era detta “del canto del gallo” (attorno alle 3 o 4 del mattino).

Il valore simbolico espresso dalle parole di Cristo riguarda, però, una virtù di cui si sta perdendo il gusto e che potremmo, un po’ liberamente, assegnare soprattutto alla femminilità, cioè la tenerezza. Essa è fatta di delicatezza, di sentimento, di passione, di lievità, di mitezza. Pensiamo all’autoritratto che Gesù fa di sé stesso: «Imparate da me che sono mite e umile di cuore e troverete ristoro per la vostra vita» (Matteo 11,29). In un certo senso l’idea è parallela a questa della chioccia: egli sognava di raccogliere i figli di Israele in un abbraccio di tenerezza e di protezione. In un mondo così frenetico, in cui le relazioni sono solo di pelle, cioè esteriori e superficiali, oppure virtuali, legate alla freddezza di un cellulare o di un computer, è importante tornare a questa virtù “materna”.


13.06.2019



Testo a cura del cardinale arcivescovo e biblista Gianfranco Ravasi. Integralmente riprodotto per la discussione e la riflessione. Fonte: Famiglia Cristiana

Altri articoli

Dall’abisso della colpa alla luce del perdono

Talora la paura dei peccati che scopro in me stesso mi dispera, talvolta invece la speranza della tua misericordia mi sostiene. Ma perché la tua misericordia è più grande della mia miseria, io non cesserò di sperare». Ho soffiato via la polvere del linguaggio quattrocentesco di fra...

Istruire ed educare

Si chiamava Isidra ed era una giovane professoressa di Lettere. Ragazzino di prima media, l’ascoltavo durante le lezioni nella mia cittadina di nascita, Merate (Lecco), in una scuola che in passato aveva visto come alunno anche Alessandro Manzoni. È sorprendente, ma quella docente riuscì a seguire tutto il...

«I discepoli partirono e predicarono dappertutto»

Se non puoi essere un pino sul monte, sii un salice nella valle. Se non puoi essere un albero, sii un cespuglio. Se non puoi essere un’autostrada, sii un sentiero. Se non puoi essere il sole, sii una stella. Cerca di scoprire il disegno che sei chiamato ad essere; poi mettiti con passione a realizzarlo nella vita»....

Nel ventre sotterraneo di Roma ecco le catacombe

Nel ventre di Roma si ramifica un vero e proprio mondo sotterraneo. Si tratta di gallerie lunghe fino a 12/13 km, distribuite talora su 5 piani con cubicoli e cappelle non di rado mirabilmente affrescate. Stiamo parlando delle “catacombe”, un termine che forse deriva dal greco katà kúmbas,...

Tre percorsi nella Bibbia

Facciamo silenzio prima di ascoltare la Parola di Dio perché i nostri pensieri siano già rivolti alla Parola. Facciamo silenzio dopo l’ascolto della Parola perché questa ci parla ancora, vive e dimora in noi. Facciamo silenzio la mattina presto perché Dio deve avere la prima...

Delitto, castigo e perdono

La giustizia di questo mondo somiglia alle ragnatele che si trovano nelle tinaie. Dio guardi mosche e moscerini che vi bazzicano vicino: purgano subito il delitto non appena vi si impigliano. Invece i calabroni bucano, passano senza danno, e la suola dello scarpone tocca tutta al ragno». Ho tradotto dal dialetto milanese...

La croce che attira l’umanità

Era il 14 settembre 335, e l’imperatore Costantino – su impulso di sua madre Elena che aveva ritrovato alcune reliquie della croce di Cristo in quell’area – faceva consacrare due basiliche, l’una che accoglieva in sé il Golgota (uno sperone roccioso a forma di...

Un’equivalenza strana: sette a mille

E' l’alba ma il sole batte già implacabile sulla vetta rocciosa del Sinai. Oggi il suo nome in arabo è Gebel Mousa, il Monte di Mosè. Molti anni fa salii anch’io durante le ore notturne verso quella cima, proprio per evitare il calore incandescente e così poter riscendere alle prime...

Superare i confini

Alle vostre spiagge arrivammo in pochi a nuoto. Che razza di uomini è mai questa con un comportamento così barbaro? Ci negano l’asilo, ci fanno guerra, ci vietano di soggiornare sulla riva del mare. Se non avete rispetto degli uomini sappiate che Dio ricorda ciò che è sacro e ciò che...

Compassionevole con tutti

Prevalere con la forza ti è sempre possibile… Tutto il mondo davanti a te è come polvere sulla bilancia, come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra. E invece hai compassione di tutti, tu che tutto puoi, chiudi gli occhi sui peccati degli uomini, aspettando il loro pentimento....