Una santa calunniata

Nel 2016 papa Francesco ha elevato a festa il 22 luglio, giorno liturgico dedicato a santa Maria Maddalena, per esaltare la missione affidatale dal Risorto, quella di essere «apostola per gli stessi apostoli», come si dice nel prefazio della Messa. Noi affronteremo, però, un altro aspetto – per molti inatteso – di questa donna nata a Magdala, un centro costiero di pescatori sul Lago di Tiberiade, messo in luce da una serie di scavi anche recenti.

Nel c. 8 del Vangelo di Luca è menzionata tra le donne seguaci di Gesù con una sola pennellata: «Maria di Magdala, dalla quale erano usciti sette demoni». Come è noto, il «demonio» nel linguaggio evangelico non è solo radice di un male morale, prodotto da Satana, ma anche di quello fisico che può pervadere una persona. Il «sette», poi, è il numero simbolico della pienezza. Non possiamo dunque sapere molto sul male grave, morale o psichico o fisico, che colpiva Maria e che Gesù le aveva eliminato. La tradizione popolare e artistica, però, nei secoli successivi non ha avuto esitazioni e ha fatto divenire Maria Maddalena una prostituta. Ma perché? La risposta è da cercare in uno sbrigativo collegamento col contesto. 

Nella pagina precedente, il cap. 7 del Vangelo di Luca, si narra infatti la storia di un’anonima «peccatrice nota in quella [innominata] città». L’applicazione è stata facile, ma infondata: questa «peccatrice» pubblica è Maria di Magdala, presentata poche righe dopo! A lei è attribuita, allora, tutta la vicenda raccontata dall’evangelista. Saputo della presenza di Gesù a un banchetto in casa di un notabile fariseo, essa aveva compiuto un gesto di venerazione e di amore particolarmente apprezzato dal Cristo: aveva cosparso di olio profumato i piedi del rabbì di Nazaret, li aveva bagnati con le sue lacrime e li aveva asciugati con i suoi capelli.

Operando questa “confusione”, si preparava la seconda trasposizione del volto di Maria di Magdala. È noto che, nel cap. 12 di Giovanni, un’altra Maria, sorella di Marta e di Lazzaro, amici di Gesù, compie lo stesso gesto – che tra l’altro era segno di ospitalità – dell’anonima peccatrice di Luca. Infatti, durante un pranzo, «cosparge i piedi di Gesù con una libbra di olio profumato di vero nardo assai prezioso e li asciuga con i suoi capelli». È così che la tradizione – anche in questo caso in modo sbrigativo – ha trasformato Maria di Magdala in Maria di Betania che è un sobborgo di Gerusalemme! Per due volte la tradizione popolare fa, quindi, perdere i connotati personali a Maria di Magdala, calunniandola prima con una prostituta – da qui tutte le rappresentazioni “carnali” della santa nella storia dell’arte – e poi con la casta e nubile Maria di Betania.

Ma non è finita. C’è una terza trasformazione meno nota ma più sconcertante. Gli scritti apocrifi gnostici delle comunità cristiane d’Egitto, a partire dal II secolo, identificano senza imbarazzo e a più riprese la Maddalena con Maria, la madre di Gesù! Identificazione certo nobilissima, ma che ancora una volta impediva a questa fedele seguace di Cristo di conservare la sua identità personale.

Per fortuna, però, in quella mattina, nel giardino cimiteriale presso il Golgota, ci sarà una persona che la chiamerà con il suo nome senza confonderla con altre: «Gesù le disse: Maria! Essa si voltò e disse in ebraico: Rabbunì! – che significa: Maestro! Gesù le disse: Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro» (Giovanni 20, 16-17). 


18.07.2024



Testo a cura del cardinale arcivescovo e biblista Gianfranco Ravasi. Integralmente riprodotto per la discussione e la riflessione. Fonte: Famiglia Cristiana

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