Un padre e la sua ragazzina

Per gli antichi Romani quello che un genitore prova davanti alla salma di un figlio è l’unico iustus dolor, cioè il dolore pienamente giustifiƒcato, perché l’evento che lo causa va contro la logica della natura. È un caso che si presenta anche nei Vangeli, a partire dallo stesso Gesù che muore davanti a sua madre, per non parlare della vicenda della vedova di Nain. Un altro esempio è rintracciabile nella storia che ci raccontano i tre Vangeli sinottici e che riguarda il capo di una sinagoga di nome Giairo (seguiamo la narrazione di Marco 5,21-43). La sua vita è attraversata da questa tragedia: sua ƒfiglia dodicenne è moribonda.
La sua unica e ultima speranza è affiƒdarsi a quel rabbì di Nazaret, Gesù, di cui si dicono cose meravigliose e prodigiose. Noi, però, rievochiamo questo episodio per continuare la galleria di personaggi nei quali la famiglia si incontra con la misericordia. L’implorazione del padre è piena di sofferenza e di fiducia: «La mia ƒfiglioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva!» (5,23). Gesù accoglie subito questo appello estremo che, però, sembra ormai smentito dai fatti. Nei pressi dell’abitazione di Giairo si levano già il tipico vociare e le urla che accompagnano un evento tragico, soprattutto nella consuetudine orientale. Ma la notizia non ammette repliche: «Tua fiƒglia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?»  (5,35).
Impressionante e provocatoria è la replica di Gesù, tant’è vero che viene accolta da ironie e derisioni: «La bambina non è morta, ma dorme!» (5,39). Davanti a Cristo la morte si trasforma in un sonno che può essere “risvegliato”: non per nulla nei Vangeli la risurrezione è descritta col verbo greco del “risveglio” (eghéireín) da un sonno profondo e mortale.
Egli si fa accompagnare solo dai genitori e da tre apostoli: «Prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui [i tre discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni] ed entrò dov’era la bambina» (5,40). Si può immaginare il silenzio attonito che accompagna quei momenti e l’atto semplice ma delicato che compie Gesù: «Prese la mano della bambina». Il silenzio è rotto da due sole parole pronunciate con tenerezza o forse solo sussurrate nella lingua originaria dello stesso Gesù, l’aramaico: Talità kum, «Ragazza, dài, alzati!» (5,41).
Ed ecco il prodigio dell’amore che dà la vita a una creatura e diffonde stupore e gioia attorno a sé: «Subito la fanciulla si alzò e camminava» (5,42). Ma c’è ancora un tocco di delicatezza che viene introdotto da Cristo: «Disse di darle da mangiare» (5,43), preoccupato come un padre della debolezza fiƒsica della piccola che usciva da quel “sonno” profondo. La fiƒgura di Gesù si erge a tutto tondo, certo, alonata dalla sua potenza ma anche dalla sua finezza e dolcezza misericordiosa, rendendo questo episodio indimenticabile, com’è testimoniato dall’impressionante ripresa libera che ne ha fatto un grande regista danese, Carl Theodor Dreyer, nel suo fiƒlm Ordet, “Parola”, girato nel 1955.


12.05.2016



Testo a cura del cardinale arcivescovo e biblista Gianfranco Ravasi. Integralmente riprodotto per la discussione e la riflessione. Fonte: Famiglia Cristiana

Altri articoli

Istruire ed educare

Si chiamava Isidra ed era una giovane professoressa di Lettere. Ragazzino di prima media, l’ascoltavo durante le lezioni nella mia cittadina di nascita, Merate (Lecco), in una scuola che in passato aveva visto come alunno anche Alessandro Manzoni. È sorprendente, ma quella docente riuscì a seguire tutto il...

«I discepoli partirono e predicarono dappertutto»

Se non puoi essere un pino sul monte, sii un salice nella valle. Se non puoi essere un albero, sii un cespuglio. Se non puoi essere un’autostrada, sii un sentiero. Se non puoi essere il sole, sii una stella. Cerca di scoprire il disegno che sei chiamato ad essere; poi mettiti con passione a realizzarlo nella vita»....

Nel ventre sotterraneo di Roma ecco le catacombe

Nel ventre di Roma si ramifica un vero e proprio mondo sotterraneo. Si tratta di gallerie lunghe fino a 12/13 km, distribuite talora su 5 piani con cubicoli e cappelle non di rado mirabilmente affrescate. Stiamo parlando delle “catacombe”, un termine che forse deriva dal greco katà kúmbas,...

Tre percorsi nella Bibbia

Facciamo silenzio prima di ascoltare la Parola di Dio perché i nostri pensieri siano già rivolti alla Parola. Facciamo silenzio dopo l’ascolto della Parola perché questa ci parla ancora, vive e dimora in noi. Facciamo silenzio la mattina presto perché Dio deve avere la prima...

Delitto, castigo e perdono

La giustizia di questo mondo somiglia alle ragnatele che si trovano nelle tinaie. Dio guardi mosche e moscerini che vi bazzicano vicino: purgano subito il delitto non appena vi si impigliano. Invece i calabroni bucano, passano senza danno, e la suola dello scarpone tocca tutta al ragno». Ho tradotto dal dialetto milanese...

La croce che attira l’umanità

Era il 14 settembre 335, e l’imperatore Costantino – su impulso di sua madre Elena che aveva ritrovato alcune reliquie della croce di Cristo in quell’area – faceva consacrare due basiliche, l’una che accoglieva in sé il Golgota (uno sperone roccioso a forma di...

Un’equivalenza strana: sette a mille

E' l’alba ma il sole batte già implacabile sulla vetta rocciosa del Sinai. Oggi il suo nome in arabo è Gebel Mousa, il Monte di Mosè. Molti anni fa salii anch’io durante le ore notturne verso quella cima, proprio per evitare il calore incandescente e così poter riscendere alle prime...

Superare i confini

Alle vostre spiagge arrivammo in pochi a nuoto. Che razza di uomini è mai questa con un comportamento così barbaro? Ci negano l’asilo, ci fanno guerra, ci vietano di soggiornare sulla riva del mare. Se non avete rispetto degli uomini sappiate che Dio ricorda ciò che è sacro e ciò che...

Compassionevole con tutti

Prevalere con la forza ti è sempre possibile… Tutto il mondo davanti a te è come polvere sulla bilancia, come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra. E invece hai compassione di tutti, tu che tutto puoi, chiudi gli occhi sui peccati degli uomini, aspettando il loro pentimento....

«Io, Paolo, ti supplico per questo mio figlio»

Offri la libertà all’uomo debole, ed egli stesso si legherà e te la riporterà». Questa frase, tratta dal racconto L’affittacamere del grande Dostoevskij, fa pensare a certi giochi che i loro padroni fanno coi cani nei parchi pubblici: lanciano un ramo, e il cane corre ad...