Discepola calunniata e poi glorificata

Papa Francesco ha voluto che la data del 22 luglio sia segnata non più da una semplice “memoria” di santa Maria Maddalena, ma da una vera e propria “festa” liturgica. E questo perché, secondo il Vangelo di Giovanni (20,1-18), fu la prima ad annunciare agli apostoli la Risurrezione di Cristo in quell’alba quando aveva incontrato senza riconoscerlo il Risorto. Costui, svelandosi nella sua identità, aveva affidato a lei la missione di essere testimone della Risurrezione: «Va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”. Maria di Magdala, allora, andò subito ad annunziare ai discepoli: “Ho visto il Signore!” e anche ciò che le aveva detto» (20, 17-18).

Maria di Magdala era entrata in scena per la prima volta nel Vangelo di Luca come una delle donne che assistevano Gesù e i suoi discepoli con i loro beni, un ricordo già da noi evocato in passato. In quell’occasione si era aggiunta una precisazione piuttosto forte: «Da lei erano usciti sette demoni» (8,1-3). Proprio su quest’ultima notizia si è consumato nella storia della Chiesa un equivoco. Di per sé, l’espressione poteva indicare un male fisico o morale gravissimo (il sette è il numero della pienezza) che aveva colpito la donna e da cui Gesù l’aveva liberata.

Ma la tradizione, ripetuta mille volte nella storia dell’arte e perdurante fino ai nostri giorni, ha fatto di Maria una prostituta e questo solo perché nella pagina evangelica precedente – il capitolo 7 di Luca – si narra la vicenda della conversione di un’anonima «peccatrice nota in quella [innominata] città». Essa aveva cosparso di olio profumato i piedi di Gesù, ospite in casa di un notabile fariseo, li aveva bagnati con le sue lacrime e li aveva asciugati con i suoi capelli.

Ora, questo stesso gesto verrà ripetuto nei confronti di Gesù da un’altra Maria, la sorella di Marta e Lazzaro (Giovanni 12,1-8). E, così, si consumerà un ulteriore equivoco per Maria di Magdala, confusa da alcune tradizioni popolari proprio con questa Maria di Betania, dopo essere stata prima confusa con la prostituta di Galilea. Ma non era ancora finita la deformazione del volto di questa donna. Alcuni testi apocrifi cristiani composti in Egitto attorno al III secolo identificano Maria di Magdala persino con Maria, la madre di Gesù!

E lentamente la sua trasformazione è stata tale da farla diventare solo un simbolo, ossia un’immagine della sapienza divina che esce dalla bocca di Cristo. È per questo – e non per maliziose allusioni a cui saremmo tentati di credere a una lettura superficiale – che il Vangelo apocrifo di Filippo dice che Gesù «amava Maria più di tutti i discepoli e la baciava sulla bocca». Nella Bibbia, infatti, si dice che «la Sapienza esce dalla bocca dell’Altissimo» (Siracide 24, 3). Strano destino quello di Maria di Magdala, abbassata a prostituta ed elevata a Sapienza divina! Per fortuna l’unico che la chiamò per nome e la riconobbe fu proprio il suo Maestro in quel mattino di Pasqua, come racconta l’evangelista Giovanni: «Gesù le disse: “Maria!” Ella si voltò e gli disse in ebraico: “Rabbunì”, che significa “Maestro”» (20,16).


18.07.2019



Testo a cura del cardinale arcivescovo e biblista Gianfranco Ravasi. Integralmente riprodotto per la discussione e la riflessione. Fonte: Famiglia Cristiana

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