Graziosa come una gazzella

La Bibbia non è una sequenza di tesi perfette su Dio e sull’uomo, ma una storia che vede in azione due protagonisti, Dio e l’umanità, e proprio perché la persona umana è libera, questa storia gronda di delitti, di miserie, di impurità, di vizi, accanto a gesti eroici, a figure sante, a vicende esemplari. Vorremmo ora fermarci sul tema dell’adulterio, già toccato altre volte, tenendo conto di un intenso appello poetico del libro biblico dei Proverbi. Rientreremo così ancora una volta all’interno del rapporto tra famiglia e misericordia.
La misericordia biblica non è solo pietà, compassione, sostegno del debole. È anche tenerezza, passione, amore, fedeltà, generosità. Lo attesta il cap. 5 dei Proverbi. Un sapiente, che si presenta come un padre, si rivolge al figlio un po’ scapestrato: nel contesto del brano, infatti, è in azione una scena di prostituzione. L’argomento – anche ai nostri giorni vergognosamente alla ribalta, soprattutto attraverso la tratta delle schiave del sesso – è sviluppato in modo quasi “filmico” nel cap. 7, con la ripresa di un giovane volgare e stupido che, «come un bue condotto al macello», si lascia irretire dalle moine di una prostituta.
Qui, invece, il padre, con una variopinta selezione di immagini, cerca di educare in positivo e di stimolare suo figlio alla fedeltà nei confronti della sua donna. E lo fa esaltando il vincolo di tenerezza che deve unire i due sposi. Il matrimonio, certo, conosce anche la sessualità, ma il sesso, staccato dall’eros, che è scoperta della bellezza e dei sentimenti, e dall’amore, rimane solo a livello istintuale, fisico, fin bestiale. Il sapiente parte con immagini che rimandano a una realtà tanto sospirata in un panorama arido com’è quello della terra biblica: «Bevi l’acqua della tua cisterna, quella che zampilla dal tuo pozzo, perché non si effondano all’esterno le tue sorgenti e nelle piazze i tuoi ruscelli. Siano, invece, per te solo e non per gli estranei che sono con te. Sia benedetta la tua sorgente: trova gioia nella donna della tua giovinezza!» (5,15-18).
L’ultima frase è quasi il suggello simbolico a questo canto della freschezza dell’amore nuziale, un amore esclusivo che non ammette di essere violato da altri amori. Anche nel Cantico dei Cantici la donna è cantata dal suo amato come «una sorgente chiusa, una fontana sigillata», aperta solo per il suo uomo (4,12). La dolcezza di questa relazione d’amore è poi illustrata dal padre-sapiente con immagini di tipo animale, come nel Cantico dei Cantici, il poema dell’amore totale, assoluto e gioioso. «Cerva amabile, gazzella graziosa, i suoi seni ti inebrino per sempre, sii sempre invaghito del suo amore!» (5,19).
Senza imbarazzo, la Bibbia ci insegna che il fascino corporeo fa parte dell’amore, così come non si teme di attribuire a Dio un “grembo” di affetto e di misericordia per le sue creature (in ebraico è ciò che esprime il vocabolo rahamîm e, nel greco neotestamentario, il verbo splanchnízomai). Per questo anche un sapiente piuttosto pessimista come Qohelet-Ecclesiaste non esitava a lanciare un appello molto realistico al suo discepolo: «Godi la vita con la donna che ami per tutti i giorni della tua fugace esistenza che Dio ti concede sotto il sole» (9,9).


06.10.2016



Testo a cura del cardinale arcivescovo e biblista Gianfranco Ravasi. Integralmente riprodotto per la discussione e la riflessione. Fonte: Famiglia Cristiana

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