Il dono di un cuore che sappia ascoltare

È notte fonda. Su un’altura in una località denominata Gabaon (che significa appunto “luogo elevato”), all’interno di un santuario è giunto da Gerusalemme, distante circa otto chilometri, il re Salomone, il figlio di Davide. È agli esordi del suo governo e vuole dedicarsi a una specie di ritiro preparatorio, trascorrendo la notte in preghiera. Era quella che veniva detta “incubazione”: secondo la tradizione dell’antico Vicino Oriente, si trascorreva una notte in preghiera, nella convinzione che – quando il sonno avrebbe vinto la resistenza nella veglia o quando l’aurora avrebbe segnato nel cielo la sua prima lama di luce – Dio si sarebbe rivelato al suo fedele.

Ed ecco che il Signore parla in quella oscurità silenziosa attraverso un sogno, che nella Bibbia e in tante culture è il tramite di una comunicazione divina: «Chiedimi ciò che vuoi che io ti conceda». Sboccia, così, un dialogo in cui il re invoca un dono in particolare: «Concedi al tuo servo un cuore docile, perché io sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male» (si legga l’intero racconto in 1Re 3,4-15). Potremmo considerare questa esperienza come la vocazione di colui che diverrà nella Bibbia il sapiente per eccellenza (oltre che il Magnifico, per lo splendore del suo regno).

Fermiamoci brevemente sull’implorazione del re. Egli chiede «un cuore docile», ma l’ebraico originario è più suggestivo: «un cuore che ascolti», una sorta di orecchio dell’anima che raccoglie l’eco della parola trascendente di Dio. Con questa coscienza (il «cuore » nella Bibbia ha questo valore) vigile e aperta al mistero, pronta all’obbedienza (perché nella lingua della Bibbia “ascoltare” è anche “obbedire”), egli potrà avere un duplice dono, una dotazione interiore dal duplice aspetto.

Da un lato c’è il «saper distinguere il bene dal male», una qualità personale fondamentale che rende l’uomo un essere morale. Nella rielaborazione della preghiera di Salomone fatta da un autore giudeo di Alessandria d’Egitto nel libro biblico della Sapienza si afferma che la parola sapiente di Dio «insegna la temperanza e la prudenza, la giustizia e la fortezza delle quali nulla è più utile agli uomini durante la vita... Essa mi guiderà con prudenza nelle mie azioni» (8,7; 9,11). Sono le quattro virtù cardinali, basi dell’etica.

D’altro lato, c’è però un altro dono, quello del «rendere giustizia al popolo»: è l’impegno verso gli altri, nell’esercizio della carità e della giustizia, fondamentale in un politico ma indispensabile anche nella vita sociale di ogni persona. Io e l’altro: attorno a questi due poli possiamo annodare la vocazione di tutti. Chinarsi in sé stessi, racchiudendosi nel tempio della coscienza; aprirsi sul mondo per stendere la mano al prossimo.

Salomone dialogò anche con le altre sapienze e civiltà. Lo facciamo anche noi riassumendo la duplicità del dono da lui invocato attraverso le immagini di un poeta mistico musulmano, contemporaneo di Dante, Rûmî, vissuto a Konya, l’Iconio di san Paolo, nell’attuale Turchia, autore di un immenso poema spirituale: «Una mano che è sempre aperta o sempre chiusa è una mano storpia. Un uccello che non sa aprire e chiudere le ali non volerà mai». Chiudersi in sé stessi e aprirsi agli altri: ecco l’anima autentica di una vocazione.


17.08.2018



Testo a cura del cardinale arcivescovo e biblista Gianfranco Ravasi. Integralmente riprodotto per la discussione e la riflessione. Fonte: Famiglia Cristiana

Altri articoli

Istruire ed educare

Si chiamava Isidra ed era una giovane professoressa di Lettere. Ragazzino di prima media, l’ascoltavo durante le lezioni nella mia cittadina di nascita, Merate (Lecco), in una scuola che in passato aveva visto come alunno anche Alessandro Manzoni. È sorprendente, ma quella docente riuscì a seguire tutto il...

«I discepoli partirono e predicarono dappertutto»

Se non puoi essere un pino sul monte, sii un salice nella valle. Se non puoi essere un albero, sii un cespuglio. Se non puoi essere un’autostrada, sii un sentiero. Se non puoi essere il sole, sii una stella. Cerca di scoprire il disegno che sei chiamato ad essere; poi mettiti con passione a realizzarlo nella vita»....

Nel ventre sotterraneo di Roma ecco le catacombe

Nel ventre di Roma si ramifica un vero e proprio mondo sotterraneo. Si tratta di gallerie lunghe fino a 12/13 km, distribuite talora su 5 piani con cubicoli e cappelle non di rado mirabilmente affrescate. Stiamo parlando delle “catacombe”, un termine che forse deriva dal greco katà kúmbas,...

Tre percorsi nella Bibbia

Facciamo silenzio prima di ascoltare la Parola di Dio perché i nostri pensieri siano già rivolti alla Parola. Facciamo silenzio dopo l’ascolto della Parola perché questa ci parla ancora, vive e dimora in noi. Facciamo silenzio la mattina presto perché Dio deve avere la prima...

Delitto, castigo e perdono

La giustizia di questo mondo somiglia alle ragnatele che si trovano nelle tinaie. Dio guardi mosche e moscerini che vi bazzicano vicino: purgano subito il delitto non appena vi si impigliano. Invece i calabroni bucano, passano senza danno, e la suola dello scarpone tocca tutta al ragno». Ho tradotto dal dialetto milanese...

La croce che attira l’umanità

Era il 14 settembre 335, e l’imperatore Costantino – su impulso di sua madre Elena che aveva ritrovato alcune reliquie della croce di Cristo in quell’area – faceva consacrare due basiliche, l’una che accoglieva in sé il Golgota (uno sperone roccioso a forma di...

Un’equivalenza strana: sette a mille

E' l’alba ma il sole batte già implacabile sulla vetta rocciosa del Sinai. Oggi il suo nome in arabo è Gebel Mousa, il Monte di Mosè. Molti anni fa salii anch’io durante le ore notturne verso quella cima, proprio per evitare il calore incandescente e così poter riscendere alle prime...

Superare i confini

Alle vostre spiagge arrivammo in pochi a nuoto. Che razza di uomini è mai questa con un comportamento così barbaro? Ci negano l’asilo, ci fanno guerra, ci vietano di soggiornare sulla riva del mare. Se non avete rispetto degli uomini sappiate che Dio ricorda ciò che è sacro e ciò che...

Compassionevole con tutti

Prevalere con la forza ti è sempre possibile… Tutto il mondo davanti a te è come polvere sulla bilancia, come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra. E invece hai compassione di tutti, tu che tutto puoi, chiudi gli occhi sui peccati degli uomini, aspettando il loro pentimento....

«Io, Paolo, ti supplico per questo mio figlio»

Offri la libertà all’uomo debole, ed egli stesso si legherà e te la riporterà». Questa frase, tratta dal racconto L’affittacamere del grande Dostoevskij, fa pensare a certi giochi che i loro padroni fanno coi cani nei parchi pubblici: lanciano un ramo, e il cane corre ad...