Un duello impari, ma nel nome del Signore

È una figura che domina nella serie di ritratti biblici di vocazione. Emerge sulle altre non tanto per la sua vita non immune da miserie e da tragedie familiari, quanto piuttosto per il valore simbolico della sua persona a cui Dio aveva assegnato una missione altissima. Intendiamo parlare di Davide, un vero e proprio vessillo della speranza messianica. Non dimentichiamo che Matteo ordina la genealogia di Gesù – acclamato spesso dalle folle come «figlio di Davide» – sulla base di una triplice sequenza di quattordici generazioni (1,1-17).

Ebbene, secondo alcuni esegeti, quel numero, oltre a indicare perfezione (due volte sette, cifra simbolica di pienezza), sarebbe la somma del valore numerico delle tre lettere ebraiche che compongono il nome Dawid: d che vale quattro; w che è computato come sei e ancora il quattro di d, così da assommare quattordici. Sta di fatto che la chiamata di Davide è, invece, collocata in un contesto molto modesto e marginale. Il suo stesso padre, Iesse, quando il profeta Samuele si era recato da lui per consacrare l’eletto del Signore a nuovo re in sostituzione di Saul, se l’era scordato elencando gli altri suoi sette figli già cresciuti e robusti.

L’ottavo, Davide appunto, era un pastorello la cui dote era solo la bellezza: «Era fulvo di capelli, con occhi stupendi e l’aspetto affascinante» (1Samuele 16,12). Eppure, proprio per la sua fragilità, aveva confermato una legge piuttosto costante per le vocazioni, nelle quali a sorpresa Dio privilegia gli ultimi e «sceglie i deboli per confondere i forti» (1Corinzi 1,27). Ed era accaduto così per il ragazzo Davide (“l’amato”) quando il Signore aveva imposto a Samuele: «Alzati e ungilo: è lui», il chiamato a essere re di Giuda.

La conferma della vocazione avverrà non molto tempo dopo, quando questo ragazzo così delicato sarà davanti al corpulento e imponente eroe filisteo Goliat, alto «sei cubiti e un palmo», qualcosa come tre metri circa. Chi non ricorda le statue di Donatello o del Verrocchio raffiguranti il giovane Davide che, dopo aver colpito con la sua fionda il gigante nemico, averlo atterrato e avergli spiccato la testa con la spada, si erge fulgido nella sua bellezza, mentre ai suoi piedi (o nella sua mano) è posto quel volto mostruoso?

Il racconto del capitolo 17 del Primo Libro di Samuele è la conferma e quasi la sceneggiatura narrativa della scelta di Dio che opera nella storia attraverso i dimenticati, gli emarginati, i secondi, come nel caso di Giacobbe o di Mosè o di Geremia o dello stesso Paolo e del popolo di Israele, «il più piccolo di tutti i popoli», come dice il Signore stesso (Deuteronomio 7,7-8).

Significative al riguardo sono le parole che Davide pronuncia replicando al sarcasmo di Goliat che era già pronto a consegnare «la carne del ragazzo agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche» (17,44): «Tu vieni a me con la spada, la lancia e l’asta. Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti, il Dio delle schiere che tu hai sfidato» (17,45). Egli avanza armato solo della certezza della sua vocazione che cancella la paura e dona all’eletto serenità e forza. Divenuto adulto e re, Davide canterà: «Tu, Signore, mi hai dato il tuo scudo di salvezza, la tua destra mi ha sostenuto» (si legga l’intero Salmo 18 che contiene questo v. 36).


09.08.2018



Testo a cura del cardinale arcivescovo e biblista Gianfranco Ravasi. Integralmente riprodotto per la discussione e la riflessione. Fonte: Famiglia Cristiana

Altri articoli

Istruire ed educare

Si chiamava Isidra ed era una giovane professoressa di Lettere. Ragazzino di prima media, l’ascoltavo durante le lezioni nella mia cittadina di nascita, Merate (Lecco), in una scuola che in passato aveva visto come alunno anche Alessandro Manzoni. È sorprendente, ma quella docente riuscì a seguire tutto il...

«I discepoli partirono e predicarono dappertutto»

Se non puoi essere un pino sul monte, sii un salice nella valle. Se non puoi essere un albero, sii un cespuglio. Se non puoi essere un’autostrada, sii un sentiero. Se non puoi essere il sole, sii una stella. Cerca di scoprire il disegno che sei chiamato ad essere; poi mettiti con passione a realizzarlo nella vita»....

Nel ventre sotterraneo di Roma ecco le catacombe

Nel ventre di Roma si ramifica un vero e proprio mondo sotterraneo. Si tratta di gallerie lunghe fino a 12/13 km, distribuite talora su 5 piani con cubicoli e cappelle non di rado mirabilmente affrescate. Stiamo parlando delle “catacombe”, un termine che forse deriva dal greco katà kúmbas,...

Tre percorsi nella Bibbia

Facciamo silenzio prima di ascoltare la Parola di Dio perché i nostri pensieri siano già rivolti alla Parola. Facciamo silenzio dopo l’ascolto della Parola perché questa ci parla ancora, vive e dimora in noi. Facciamo silenzio la mattina presto perché Dio deve avere la prima...

Delitto, castigo e perdono

La giustizia di questo mondo somiglia alle ragnatele che si trovano nelle tinaie. Dio guardi mosche e moscerini che vi bazzicano vicino: purgano subito il delitto non appena vi si impigliano. Invece i calabroni bucano, passano senza danno, e la suola dello scarpone tocca tutta al ragno». Ho tradotto dal dialetto milanese...

La croce che attira l’umanità

Era il 14 settembre 335, e l’imperatore Costantino – su impulso di sua madre Elena che aveva ritrovato alcune reliquie della croce di Cristo in quell’area – faceva consacrare due basiliche, l’una che accoglieva in sé il Golgota (uno sperone roccioso a forma di...

Un’equivalenza strana: sette a mille

E' l’alba ma il sole batte già implacabile sulla vetta rocciosa del Sinai. Oggi il suo nome in arabo è Gebel Mousa, il Monte di Mosè. Molti anni fa salii anch’io durante le ore notturne verso quella cima, proprio per evitare il calore incandescente e così poter riscendere alle prime...

Superare i confini

Alle vostre spiagge arrivammo in pochi a nuoto. Che razza di uomini è mai questa con un comportamento così barbaro? Ci negano l’asilo, ci fanno guerra, ci vietano di soggiornare sulla riva del mare. Se non avete rispetto degli uomini sappiate che Dio ricorda ciò che è sacro e ciò che...

Compassionevole con tutti

Prevalere con la forza ti è sempre possibile… Tutto il mondo davanti a te è come polvere sulla bilancia, come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra. E invece hai compassione di tutti, tu che tutto puoi, chiudi gli occhi sui peccati degli uomini, aspettando il loro pentimento....

«Io, Paolo, ti supplico per questo mio figlio»

Offri la libertà all’uomo debole, ed egli stesso si legherà e te la riporterà». Questa frase, tratta dal racconto L’affittacamere del grande Dostoevskij, fa pensare a certi giochi che i loro padroni fanno coi cani nei parchi pubblici: lanciano un ramo, e il cane corre ad...