Lo Spirito e la Sposa

Cristo abbraccia la Chiesa, miniatura da un Vangelo francese dell’XI secolo. Valenciennes, Biblioteca municipale.  Cristo abbraccia la Chiesa, miniatura da un Vangelo francese dell’XI secolo. Valenciennes, Biblioteca municipale.  Nella solennità di Pentecoste interrompiamo il nostro percorso nel Lezionario del rito del matrimonio per una breve riflessione su una particolare simbologia nuziale, quella tra lo Spirito e la Chiesa, «sposa adorna per il suo sposo», secondo l’Apocalisse.

Il testo più emblematico è nella finale dell’opera quando i due sono presentati in un dialogo in cui è coinvolta tutta l’assemblea dei credenti e in cui si inserisce anche lo Sposo, Cristo: «Lo Spirito e la Sposa dicono: Vieni! E chi ascolta ripeta: Vieni!... Colui che attesta queste cose dice: Sì, vengo presto! Amen. Vieni, Signore Gesù!» (22,17.20). Forse siamo all’interno di una liturgia della Chiesa giovannea. Come scrive un importante studioso dell’Apocalisse, il gesuita Ugo Vanni, «l’assemblea liturgica, animata dallo Spirito Santo che la guida nel discernimento degli eventi e dei segni dei tempi, aspira a una presenza totale di Cristo anche nella storia.

Una presenza che darà origine ai cieli nuovi e alla terra nuova». Per questo la parola dominante è il verbo greco érchomai, “venire”, che rende fremente l’attesa della Chiesa, animata dallo Spirito di Dio. Emerge, così, il legame intimo nuziale della Chiesa con il suo Sposo, Cristo, attraverso lo Spirito Santo. Come la sposa attende sulla spiaggia che all’orizzonte si profili la nave del marito marinaio che sta per rientrare a casa, così la Chiesa aspetta con ansia che Cristo ritorni nelle strade della storia, nella comunità, nelle nostre vicende a portare il dono del suo amore.

L’immagine, di sant’Ambrogio, ci aiuta a rileggere la nostra esperienza ecclesiale. Spesso, infatti, le nostre comunità sono flaccide, stanche, abituate al grigiore in cui è immersa la società contemporanea. Risuona, allora, forte l’appello dell’Apocalisse a ritrovare la freschezza nuziale, quella del fidanzamento, e a rivivere la tensione dell’attesa per un nuovo abbraccio perfetto e totale. Lo Spirito ha proprio questa funzione: tenere viva in noi la speranza di rivedere in pienezza lo Sposo Cristo.

Gesù sta alla porta della Chiesa, anche di quella “Chiesa domestica” che è la famiglia, e bussa: «Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (3,20). Quest’attesa amorosa è espressa anche in una sorta di giaculatoria che san Paolo ci ha conservato nella lingua di Gesù e dei primi cristiani, l’aramaico Maranatha’ (1Corinzi 16,22). Si tratta in realtà di due parole che si possono dividere in due forme.

La prima sarebbe Maran ’atha’, «il Signore è venuto». È la professione di fede nell’Incarnazione, cioè nella venuta storica di Cristo nel mondo, per cui egli è presente nella Chiesa con la sua salvezza già a noi offerta. La seconda lettura è implicitamente sottesa al greco dell’Apocalisse: Marana’ tha’, «Signore, vieni!» (in greco, Kyrie, érchou). È il sospiro della Sposa, spinta a questa invocazione dallo Spirito Santo, nella certezza della venuta futura quando il seme del Regno di Dio, cresciuto in albero, avrà raggiunto la sua pienezza e maturità perfetta.


22.05.2015



Testo a cura del cardinale arcivescovo e biblista Gianfranco Ravasi. Integralmente riprodotto per la discussione e la riflessione. Fonte: Famiglia Cristiana

Altri articoli

Dall’abisso della colpa alla luce del perdono

Talora la paura dei peccati che scopro in me stesso mi dispera, talvolta invece la speranza della tua misericordia mi sostiene. Ma perché la tua misericordia è più grande della mia miseria, io non cesserò di sperare». Ho soffiato via la polvere del linguaggio quattrocentesco di fra...

Istruire ed educare

Si chiamava Isidra ed era una giovane professoressa di Lettere. Ragazzino di prima media, l’ascoltavo durante le lezioni nella mia cittadina di nascita, Merate (Lecco), in una scuola che in passato aveva visto come alunno anche Alessandro Manzoni. È sorprendente, ma quella docente riuscì a seguire tutto il...

«I discepoli partirono e predicarono dappertutto»

Se non puoi essere un pino sul monte, sii un salice nella valle. Se non puoi essere un albero, sii un cespuglio. Se non puoi essere un’autostrada, sii un sentiero. Se non puoi essere il sole, sii una stella. Cerca di scoprire il disegno che sei chiamato ad essere; poi mettiti con passione a realizzarlo nella vita»....

Nel ventre sotterraneo di Roma ecco le catacombe

Nel ventre di Roma si ramifica un vero e proprio mondo sotterraneo. Si tratta di gallerie lunghe fino a 12/13 km, distribuite talora su 5 piani con cubicoli e cappelle non di rado mirabilmente affrescate. Stiamo parlando delle “catacombe”, un termine che forse deriva dal greco katà kúmbas,...

Tre percorsi nella Bibbia

Facciamo silenzio prima di ascoltare la Parola di Dio perché i nostri pensieri siano già rivolti alla Parola. Facciamo silenzio dopo l’ascolto della Parola perché questa ci parla ancora, vive e dimora in noi. Facciamo silenzio la mattina presto perché Dio deve avere la prima...

Delitto, castigo e perdono

La giustizia di questo mondo somiglia alle ragnatele che si trovano nelle tinaie. Dio guardi mosche e moscerini che vi bazzicano vicino: purgano subito il delitto non appena vi si impigliano. Invece i calabroni bucano, passano senza danno, e la suola dello scarpone tocca tutta al ragno». Ho tradotto dal dialetto milanese...

La croce che attira l’umanità

Era il 14 settembre 335, e l’imperatore Costantino – su impulso di sua madre Elena che aveva ritrovato alcune reliquie della croce di Cristo in quell’area – faceva consacrare due basiliche, l’una che accoglieva in sé il Golgota (uno sperone roccioso a forma di...

Un’equivalenza strana: sette a mille

E' l’alba ma il sole batte già implacabile sulla vetta rocciosa del Sinai. Oggi il suo nome in arabo è Gebel Mousa, il Monte di Mosè. Molti anni fa salii anch’io durante le ore notturne verso quella cima, proprio per evitare il calore incandescente e così poter riscendere alle prime...

Superare i confini

Alle vostre spiagge arrivammo in pochi a nuoto. Che razza di uomini è mai questa con un comportamento così barbaro? Ci negano l’asilo, ci fanno guerra, ci vietano di soggiornare sulla riva del mare. Se non avete rispetto degli uomini sappiate che Dio ricorda ciò che è sacro e ciò che...

Compassionevole con tutti

Prevalere con la forza ti è sempre possibile… Tutto il mondo davanti a te è come polvere sulla bilancia, come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra. E invece hai compassione di tutti, tu che tutto puoi, chiudi gli occhi sui peccati degli uomini, aspettando il loro pentimento....