Un invito che risuona nelle piazze

La parabola è una delle forme espressive più care alle “lezioni” del rabbì Gesù di Nazaret ed è considerata come una delle attestazioni storiche più consistenti della sua parola. Gli studiosi si dividono nello stilarne l’elenco: c’è chi va da un minimo di 35 e chi si allarga fino a 72 e oltre, essendo talora fluidi i confini tra un paragone espanso e una parabola. In questa sorta di giardino di immagini proiettate a illustrare il Regno di Dio, cioè il progetto di giustizia, amore, salvezza che Dio vorrebbe attuare nella storia assieme all’uomo, noi ora ne selezioneremo due che presenteremo in due tappe.

Naturalmente la nostra scelta è condizionata dal tema della rubrica, la vocazione. Sappiamo che il cuore di questa esperienza radicale è in una chiamata che irrompe nella trama della vita quotidiana di una persona. Scorre, allora, davanti a noi il primo racconto di Gesù ove il tema della chiamata è quasi la filigrana narrativa, tant’è vero che la parabola è spesso intitolata “Gli invitati al banchetto nuziale” (Matteo 22,1-14; Luca 14,15-24).

Nelle case nobili di una città entrano i servi del re a recare l’invito ufficiale ad alcuni privilegiati per l’accesso alla cerimonia nuziale del figlio del sovrano. La reazione immediata è fredda («non volevano venire»). All’insistenza dei messaggeri il rifiuto si fa netto e in qualche caso aggressivo. Questa vicenda è quasi il primo quadro di un dittico di scene, un quadro oscuro che si tinge persino di sangue. All’accampare le scuse più banali, segno di superficialità e indifferenza (un impegno lavorativo o un affare da non perdere), si accostano, infatti, l’insulto e l’attacco fisico contro i servi del re.

In questa rappresentazione troviamo la storia di tante vocazioni dissolte a causa della superficialità, della perdita della scala dei valori, dell’egoismo, dell’indifferenza, del benessere. Ma la chiamata del re non si spegne. La voce dei suoi araldi risuona, allora, non più nei palazzi ma nelle piazze e nelle strade e convoca – secondo il testo di Luca – «poveri, storpi, ciechi e zoppi», così da colmare totalmente la sala del banchetto (14,21-23). È, questo, il quadro luminoso del nostro dittico: il Signore non si scoraggia di fronte al rifiuto dei primi e allarga le sue braccia alla folla degli ultimi della terra.

Infatti, come abbiamo sottolineato nell’ormai lungo viaggio alla ricerca delle vocazioni bibliche, spesso gli eletti sono figure secondarie, deboli, scartate dalla società. C’è, poi – sempre in Luca – una nota a prima vista sconcertante. Anche alcuni di questi emarginati oppongono resistenza, forse anche per vergogna: «Costringili a entrare», dice al suo messaggero il signore che invita (14,23). Non abbiamo forse detto che nella vocazione è sempre necessario l’incontro tra la chiamata divina e la libertà umana?

Che senso ha, allora, questo compelle intrare – come si ha nella versione latina dei Vangeli – frase divenuta proverbiale e talora adottata per imporre una norma contro la coscienza e la libertà personale? La risposta è ben diversa: la “forza” per spingere questi miseri ad accogliere la chiamata è solo l’espressione della grazia divina che trionfa sulle esitazioni, sulle impreparazioni e sui limiti delle persone, non è una violazione della loro coscienza, ma un sostegno nella loro scelta per aderire alla vocazione.


26.07.2018



Testo a cura del cardinale arcivescovo e biblista Gianfranco Ravasi. Integralmente riprodotto per la discussione e la riflessione. Fonte: Famiglia Cristiana

Altri articoli

Istruire ed educare

Si chiamava Isidra ed era una giovane professoressa di Lettere. Ragazzino di prima media, l’ascoltavo durante le lezioni nella mia cittadina di nascita, Merate (Lecco), in una scuola che in passato aveva visto come alunno anche Alessandro Manzoni. È sorprendente, ma quella docente riuscì a seguire tutto il...

«I discepoli partirono e predicarono dappertutto»

Se non puoi essere un pino sul monte, sii un salice nella valle. Se non puoi essere un albero, sii un cespuglio. Se non puoi essere un’autostrada, sii un sentiero. Se non puoi essere il sole, sii una stella. Cerca di scoprire il disegno che sei chiamato ad essere; poi mettiti con passione a realizzarlo nella vita»....

Nel ventre sotterraneo di Roma ecco le catacombe

Nel ventre di Roma si ramifica un vero e proprio mondo sotterraneo. Si tratta di gallerie lunghe fino a 12/13 km, distribuite talora su 5 piani con cubicoli e cappelle non di rado mirabilmente affrescate. Stiamo parlando delle “catacombe”, un termine che forse deriva dal greco katà kúmbas,...

Tre percorsi nella Bibbia

Facciamo silenzio prima di ascoltare la Parola di Dio perché i nostri pensieri siano già rivolti alla Parola. Facciamo silenzio dopo l’ascolto della Parola perché questa ci parla ancora, vive e dimora in noi. Facciamo silenzio la mattina presto perché Dio deve avere la prima...

Delitto, castigo e perdono

La giustizia di questo mondo somiglia alle ragnatele che si trovano nelle tinaie. Dio guardi mosche e moscerini che vi bazzicano vicino: purgano subito il delitto non appena vi si impigliano. Invece i calabroni bucano, passano senza danno, e la suola dello scarpone tocca tutta al ragno». Ho tradotto dal dialetto milanese...

La croce che attira l’umanità

Era il 14 settembre 335, e l’imperatore Costantino – su impulso di sua madre Elena che aveva ritrovato alcune reliquie della croce di Cristo in quell’area – faceva consacrare due basiliche, l’una che accoglieva in sé il Golgota (uno sperone roccioso a forma di...

Un’equivalenza strana: sette a mille

E' l’alba ma il sole batte già implacabile sulla vetta rocciosa del Sinai. Oggi il suo nome in arabo è Gebel Mousa, il Monte di Mosè. Molti anni fa salii anch’io durante le ore notturne verso quella cima, proprio per evitare il calore incandescente e così poter riscendere alle prime...

Superare i confini

Alle vostre spiagge arrivammo in pochi a nuoto. Che razza di uomini è mai questa con un comportamento così barbaro? Ci negano l’asilo, ci fanno guerra, ci vietano di soggiornare sulla riva del mare. Se non avete rispetto degli uomini sappiate che Dio ricorda ciò che è sacro e ciò che...

Compassionevole con tutti

Prevalere con la forza ti è sempre possibile… Tutto il mondo davanti a te è come polvere sulla bilancia, come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra. E invece hai compassione di tutti, tu che tutto puoi, chiudi gli occhi sui peccati degli uomini, aspettando il loro pentimento....

«Io, Paolo, ti supplico per questo mio figlio»

Offri la libertà all’uomo debole, ed egli stesso si legherà e te la riporterà». Questa frase, tratta dal racconto L’affittacamere del grande Dostoevskij, fa pensare a certi giochi che i loro padroni fanno coi cani nei parchi pubblici: lanciano un ramo, e il cane corre ad...