Una moglie straordinaria

Nella società biblica antica patriarcale è il maschio a dominare e la donna è priva dei più elementari diritti e spesso anche del rispetto. Non mancano, però, le eccezioni: Debora, l’eroina madre della patria; Giuditta ed Ester, senza la cui opera il popolo ebraico si sarebbe avviato all’olocausto; Maria, la madre di Gesù, e così via. In controtendenza, poi, c’è un canto raffinato che suggella il libro dei Proverbi.
Nel cap. 31, nei versetti 10-31, entra in scena una protagonista della vita familiare così importante da dichiarare che per merito suo «il marito è stimato alle porte della città quando siede in giudizio con gli anziani del luogo» (31,23). Anzi, è proprio lui a «condare in lei» (31,11) e, assieme ai figli, a tessere un elogio appassionato della moglie: «Molte figlie hanno compiuto cose eccellenti, ma tu le hai superate tutte!» (31,29). Questo inno finale sembrerebbe quasi l’augurio che l’autore dei Proverbi fa al giovane lettore a cui si rivolge perché, reso anche lui sapiente, scelga una sposa così brava, intelligente e attiva.
Proponiamo questa pagina per la nostra rubrica che unisce famiglia e misericordia per una ragione precisa. Innanzitutto è evidente che questa madre è protesa al bene della sua famiglia al punto da ignorare il lusso e l’agghindarsi con perle perché «illusorio è il fascino e fugace è la bellezza» (31,30). La lista degli impegni domestici è impressionante, ma lo è soprattutto la sua autonomia decisionale in sede economico- amministrativa: «Fa venire da lontano le provviste, dà ordini alle domestiche, valuta un campo e lo acquista, non esita con le sue mani a piantare una vigna, è soddisfatta perché i suoi affari prosperano».
Ma non è solo una manager, è anche una lavoratrice che per prima dà l’esempio, vegliando persino di notte sulla conocchia a filare e a tessere vestiti per i suoi familiari a cui assicura abiti estivi e invernali, coperte e altri arredi. Alla fine può anche pensare a un tocco di eleganza per sé stessa, confezionando le sue vesti con lino e porpora, sempre consapevole però che «forza e decoro sono il suo vestito». Riesce a produrre anche per l’esportazione che affida al “cananeo”, cioè ai mercanti professionali di tessuti e cinture.
Abbiamo, quindi, una donna esemplare nel suo amore tenero e operoso per la famiglia. Ma la sua misericordia allarga l’orizzonte del suo impegno e diventa un modello per tutte le famiglie: «Apre le sue palme al misero, stende la mano al povero» (31,20). La sua generosità non si chiude nel cerchio della famiglia, ma si rivolge all’intera comunità ove si incontrano i miseri verso i quali si deve mettere in pratica la Legge biblica: «Se vi sarà in mezzo a te qualche tuo fratello che sia bisognoso in una delle tue città nella terra che il Signore Dio tuo ti dà, non indurire il tuo cuore e non chiudere la mano davanti al tuo fratello bisognoso» (Deuteronomio 15,7). Questa donna, che incarna simbolicamente la sapienza, è la testimonianza realistica di una misericordia familiare e sociale autentica e profonda.


20.10.2016



Testo a cura del cardinale arcivescovo e biblista Gianfranco Ravasi. Integralmente riprodotto per la discussione e la riflessione. Fonte: Famiglia Cristiana

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