Una nubile generosa

Forse tutti abbiamo avuto una zia non sposata che ha dedicato la sua vita alle famiglie dei parenti o alla comunità ecclesiale in cui conduceva la sua esistenza. È, questo, probabilmente il caso della donna che proponiamo per celebrare anche questa volta il legame tra misericordia e famiglia. In questo caso si tratta di una famiglia allargata, quella di una comunità cristiana, diremmo noi oggi, di una parrocchia.
Siamo a Giaffa, antica città della costa palestinese, ora diventata una città-satellite o un sobborgo antico e grazioso della moderna Tel Aviv. Qui, come ci racconta Luca negli Atti degli Apostoli (9,36-42), viveva una cristiana di nome Tabità, vocabolo che in aramaico signifi…ca “gazzella” ed è tradotto da Luca con il greco Dorcas. La gazzella – parola che deriva dall’arabo ghazzal – è uno degli animali simbolici cari al Cantico dei cantici (2,9.17; 4,5; 7,4; 8,14).
Tabità-Dorcas era una donna generosa, caritatevole, solidale con tutti coloro che erano in necessità. È per questo che, quando muore e viene allestita la camera ardente al piano superiore della sua abitazione, è tutto un accorrere di donne vedove o povere in lacrime. Anche san Pietro, informato del decesso e accorso a visitare la salma, è accolto da «tutte le vedove in pianto che gli mostrano le tuniche e i mantelli che Dorcas confezionava quando era fra loro» (9,39). In Pietro si fa strada una decisione ardita: perché non invocare l’aiuto di Cristo, che aveva risuscitato dai morti Lazzaro, il …figlio della vedova di Nain e la …figlia dodicenne del capo della sinagoga di Cafarnao Giairo, così che anche Tabità sia ridonata alla sua vera famiglia, cioè alla comunità cristiana di Giaffa?
«Pietro, allora, fece uscire tutti e si inginocchiò a pregare; poi, rivolto alla salma, disse: Tabità, alzati! Essa aprì gli occhi, vide Pietro e si mise a sedere. Egli le diede la mano e la fece alzare, poi chiamò i credenti e le vedove, e la presentò loro viva. La cosa si riseppe in tutta Giaffa, e molti credettero nel Signore» (9,40-42). Luca modella l’atto del discepolo su quello del Maestro, Cristo, per far intuire la vera sorgente della guarigione o della vita ridonata.
Come si diceva, il pensiero corre sia all’episodio della …figlia di Giairo sia a quello del fi…glio della vedova di Nain. Nel primo caso si ricorda che Gesù, «giunto nella casa, non lasciò entrare nessuno», mentre fuori «tutti piangevano e facevano lamento». Poi «prendendole la mano, disse ad alta voce: Fanciulla, alzati!» (Luca 8,51-54). Anche al giovane morto di Nain Gesù dice: «Giovinetto, dico a te: Alzati!» (7,14). Pietro, dunque, ripete gesti e parole di Cristo ed è per questo che il suo atto è una proclamazione della potenza salvatrice del Risorto. La scena della risurrezione di Tabità sarà dipinta da Masolino da Panicale nello straordinario complesso di affreschi su san Pietro che Masaccio porterà poi a compimento nella cappella Brancacci di Santa Maria del Carmine a Firenze (1425). Ma nella nostra memoria resta come la personi…ficazione della generosità misericordiosa nei confronti delle famiglie povere e bisognose.


07.04.2016



Testo a cura del cardinale arcivescovo e biblista Gianfranco Ravasi. Integralmente riprodotto per la discussione e la riflessione. Fonte: Famiglia Cristiana

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